Progetto

Paesaggio e Mito Parco Nazionale d'Aspromonte

Stretto tra Mar Jonio e Mar Tirreno, il Parco Nazionale dell’Aspromonte ricade interamente nella provincia di Reggio Calabria e prende il nome dall’omonimo sistema montuoso che costituisce l’estrema propaggine dell’Appennino meridionale.

Sull’Aspromonte la natura si fonde con la storia millenaria e la cultura parla ancora la lingua antica dei greci di Calabria. Il termine “Aspromonte” significa “montagna bianca” e risale proprio alle popolazioni greche della costa ionica che ammiravano le candide montagne del massiccio.

L’istituzione del Parco Nazionale dell’Aspromonte, prevista da una legge del 1989 e formalizzata dalla legge Quadro sulle Aree Protette, si realizzò concretamente nel gennaio del 1994.

Il territorio del Parco dell’Aspromonte ricopre un’area di 65.647,46 ettari e comprende 37 comuni: Africo, Antonimina, Bagaladi, Bova, Bruzzano Zeffirio, Canolo, Cardeto, Careri, Ciminà, Cinquefrondi, Cittanova, Condofuri, Cosoleto, Delianuova, Gerace, Mammola, Molochio, Oppido Mamertina, Palizzi, Platì, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, Samo, Sant’Agata del Bianco, Santa Cristina d’Aspromonte, Sant’Eufemia d’Aspromonte, San Giorgio Morgeto, San Lorenzo, San Luca, San Roberto, S. Stefano in Aspromonte, Scido, Scilla, Sinopoli, Staiti, Varapodio.

L’Aspromonte, visto nel suo complesso, si presenta come una piramide rocciosa che discende verso la costa con morbide distese di valli fluviali che si aprono in ampie fiumare ciottolose alimentate da ruscelli e cascate. Al centro della piramide rocciosa si trova la cima più alta, il “Montalto” o “Monte Cocuzzo” (1956 metri). Attorno al “Montalto” troviamo il “Monte Basilicò”, il “Monte Cannavi”, il “Monte Scorda” e il “Monte Antenna”. Le cime sono caratterizzate da una geologia assai varia, con un’ossatura costituita da rocce granitico-cristalline e, in particolare, da unità in prevalenza metamorfiche di età cretacico-paleogenica.

Un’altra rilevante componente del paesaggio geologico d’Aspromonte sono le cosiddette “pietre”: grandi massi rocciosi, modellati da agenti atmosferici, che costituiscono dei monumenti naturali di grande impatto. Famosa è la “Valle delle Grandi Pietre”, nei pressi di San Luca.

La grande varietà geologica e morfologica rende la vegetazione altrettanto varia.

L’elemento più rappresentativo del Parco è certamente il bosco, che ricopre circa il 50% dell’area protetta.

Sul versante tirrenico si trovano caducifoglie mesofile, in particolare castagni e faggi; sotto i 1400 metri di quota vi sono formazioni miste di faggio e pino laricio, e a quote più alte ancora il faggio, che si consocia al longevo e maestoso abete bianco.

Sul versante ionico, data la maggiore aridità, regnano le formazioni termofile come la roverella e il farnetto. Tipiche nel sottobosco la campanula delle faggete, il donorico orientale, i ciclamini, l’agrifoglio e la falsa ortica.

A queste specie si aggiungono nelle zone delle fiumare oleandri, tamerici, il pioppo nero, il salicone e l’ontano nero.

Con una tale varietà di ambienti e una vegetazione così ricca, la fauna non poteva essere da meno. Tra i mammiferi si segnalano il lupo, il cinghiale, il gatto selvatico, la martora, il tasso, la volpe, la faina, la donnola, la lontra, il ghiro e lo scoiattolo nero (alla fine del 2011 sono stati reintrodotti 75 esemplari di capriolo, specie assente sul territorio per circa un secolo). Non meno rappresentati sono gli anfibi e i rettili, qui ricoprono particolare importanza la salamandra dagli occhiali, la salamandra pezzata, la raganella, la biscia dal collare, la vipera comune, la lucertola muraiola, l’emidattilo, la luscengola, il ramarro e l’orbettino. All’interno del Parco troviamo poi rapaci di alto valore naturalistico come l’aquila reale, lo sparviero, l’allocco e la civetta.

Alcuni comuni dell’Area Protetta si trovano sulla linea costiera, come Scilla, terra magica conosciuta per i racconti di Omero e per le meraviglie emerse e sommerse; dai fondali, popolati da specie ittiche di notevole interesse, alle scogliere scoscese che divengono habitat ideale per diverse specie di uccelli, tanto da rendere Scilla “Important Bird Area” e da essere inserita nella rete Natura 2000.

Il Parco Nazionale dell’Aspromonte costituisce un patrimonio di inestimabile valore storico, culturale e naturalistico fatto di sentieri, cascate, leggende e feste popolari tutte da scoprire. Un viaggio nel tempo, nella natura e nelle tradizioni, dritti al cuore di una Calabria che vuole raccontarsi con i suoi boschi e i suoi borghi abbandonati, guidati dalla penna di Corrado Alvaro, che ne ha saputo magistralmente cantare il fascino antico e selvaggio.

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Le Tappe di Paesaggio e Mito: Monumento Nino MartinoPista Nino MartinoAbetazzoGrotte TremusaFondali Marini

Monumento di Nino Martino

Un luogo-simbolo di questo territorio dove storia e natura s’intrecciano indissolubilmente e dove la cultura popolare consacra la sua epopea fatta di  terra, di roccia, di alberi, ma anche di rabbia e di lotta.

Abetazzo

Un magnifico esemplare di abete bianco, alto 32 metri, per una circonferenza di quasi cinque, è noto per la sua particolare maestosità e suggestione, tanto da essere stato inserito tra gli alberi monumentali nazionali

Fondali Marini

Il borgo di Scilla sorge su un imponente sperone roccioso a picco sul mare. Il mare che si infrange su queste rocce è un mare dai fondali unici e dalla straordinaria morfologia emersa e sommersa.

Pista Nino Martino

Inaugurata nel gennaio 2019, è una pista classificata rossa, ossia di difficoltà media. Lunga circa 1,6 km, sorge tra i 1400 e i 1825 metri. Oltre lo sci a stile libero è anche possibile praticare lo sci di fondo.

Grotte di Tremusa

Situate a 530 metri sul livello del mare, oggi le grotte sono meta di appassionati di storia e geologia. Il luogo è ricco di fascino e offre scorci delle suggestive rupi della Costa Viola a picco sul mare e dello Stretto di Messina.

Paesaggio e Mito

Opera finanziata con i fondi dell'Ente Parco Nazionale dell'Aspromonte

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