Paesaggio e Mito
“Skýlla”
è un concept, una diffusione virale di multipli noti che cambiano dimensione e significato. Oggi installazione di una stanza virtuale in una sala all’interno del castello Ruffo di Scilla, domani palinsesto adattabile, idee ripetute non meccanicamente, una matrice che da sempre sostiene il quotidiano all’interno del “tema con variazioni”. Tendenze, figure e materie che scompaiono e riappaiono a testimoniare la temporaneità e la ricorrenza dei fenomeni, dal vintage al future design.
Originalità e imitazione, omaggio, mito e bugia. Una narrazione dentro il nostro paesaggio, istruita da corrispondenze, reinterpretazioni e ricerche semantiche. Oggetti che hanno l’ingenuità di voler rispondere a necessità di natura culturale, funzionale e in parte anche tecnologica, con la difficile pretesa di comunicare argomenti ed emozioni, sconfinando ipoteticamente dal loro abituale essere. Ambiguità semantica e ricchezza simbolica forse distolgono dall’intento primario di esprimere e nello stesso tempo celare un significato. Lo sforzo connotativo è riuscito a nascondere l’artificio che lo sottende? Prima la narrazione e poi la misurazione necessaria, da un sistema di misure a un sistema di valori, per la libertà di dare un linguaggio ad ogni oggetto.
L’astrazione del linguaggio ha sempre ammesso e favorito la possibilità di attingere a mondi altri e di totale invenzione...ancora sogno e visione.
La materia principale, eletta, non poteva che essere basica, legno, in alleanza con la natura. Il fascino della semplicità e il genio del dettaglio, unicità e artigianalità delle lavorazioni: un’unione di “pezzi di legno”, opportunamente plasmati e lavorati, dove risulta evidente l’amore verso i dettagli, una materialità che ne denuncia la lavorazione, giunti e connessioni per esprimere sensazioni.
Strategie basate sulle potenzialità del paesaggio, creano sinergie e massimizzano il valore aggiunto, ottimizzando il contatto con gli altri territori, “think globally, act locally”. L’internazionalizzazione ha generato complessità, è inutile negarlo, ma ci accorgiamo di altro, avvertiamo il pericolo incombente dell’omologazione. Per mano e con mano, Cultura del progetto, Cultura della produzione e Cultura dei nuovi strumenti per la comunicazione, hanno viaggiato in questo progetto verso un obbiettivo comune: uno sviluppo di valori materiali e immateriali, per la valorizzazione dell’identità di questo nostro antico e fiero popolo.
Progettare per non essere progettati!
Arch. Salvatore Greco