Paesaggio e Mito Il Castello Ruffo
Il castello Ruffo di Scilla si erge sul promontorio che sovrasta la splendida conca della cittadina della punta dello Stretto. La sua eccezionale posizione strategica l’ha reso dai tempi più antichi estremo baluardo del braccio di mare che divide la Calabria dalla Sicilia.
Incastonato nella roccia che a strapiombo si getta nel mare da cui transitò Ulisse e dimora delle mitiche creature marine Scilla e Cariddi, è da sempre a guardia di questa nevralgica via di comunicazione del Mediterraneo.
Viene fortificato dal tiranno di Reggio Anassilaos, in epoca magno-greca, e utilizzato anche successivamente sotto il dominio romano e bizantino. Ai monaci basiliani, particolarmente attivi in Calabria, si deve l’impianto del monastero di San Pancrazio istituito intorno al IX secolo, a difesa delle incursioni dei Saraceni che controllavano la Sicilia.
La successiva conquista normanna, con Roberto il Guiscardo, e poi sveva e angioina, hanno accentuato la funzione difensiva della roccaforte. Nel 1533 venne acquistato dalla casata Ruffo di Calabria, che lo rese dimora baronale.
Fu danneggiato dai terremoti del 1783 e 1908 e oggetto di successivi restauri anche nel corso del Novecento che oggi hanno dato sistemazione definitiva alla fortezza. Di proprietà demaniale, è stato anche ostello della gioventù negli anni 70, oggi ospita il Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi ed è anche sede di mostre, convegni ed eventi.
Per la particolare posizione sullo sperone scillese, e per i tanti rimaneggiamenti subiti, il castello si sviluppa in altezza e ha una pianta irregolare con edifici risalenti a diverse epoche. Il suo fascino rimane intatto, però, per la presenza di cortine, torrioni e feritoie. La via di accesso è costituita da una ripida salita che conduce a un ponte. Si oltrepassa, quindi, un portale in pietra con arco a sesto acuto sopra il quale è possibile osservare lo stemma nobiliare dei Ruffo e una lapide che ne riporta l’opera di ristrutturazione della nobile famiglia. Si prosegue nella salita attraverso un androne a volta ribassata, e un successivo scalone esterno porta nei locali della residenza. Vi sono diverse sale e saloni che oggi vengono adibiti ai più diversi usi. La Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici e Ambientali della Calabria ha rinvenuto una serie di locali di interesse storico, le fondazioni del più antico nucleo della residenza, la cappella e le cisterne. Nella sommità è presente il Faro, presidio militare, con alcune costruzioni recenti.
Tutto il percorso di visita si sviluppa in altezza e vi sono numerosi punti panoramici, a volte minuscole finestrelle, da cui è possibile ammirare il lato nord che guarda al mare aperto e alle Isole Eolie, con ai piedi il caratteristico borgo di pescatori di Chianalea e il porticciolo, e a sud dove si può ammirare Marina Grande, la bellissima spiaggia a conca di Scilla. La vista si allarga poi al mare e alle due terre adagiate in quello specchio d’acqua percorso dalle sinuose correnti dello Stretto. Uno spettacolo meraviglioso riempie gli occhi del visitatore immerso nei mille azzurri del Mediterraneo. Ma qui anche i suoni hanno un che di magico e misterioso. Nei giorni meno calmi, le onde si infrangono sulle possenti rocce, con un frastuono tale che non è difficile immaginare il motivo per cui gli antichi lo ritenevano luogo di mostri marini e sirene
Qui non è possibile sottrarsi al fascino del mito che, in questi luoghi, ritorna sempre a sussurrare.